Libro: Uomini e topi
Titolo originale: Of Mice And Men, 1937
Autore: John Steinbeck
Edizione: Tascabili Bompiani, 2005
Traduzione di Cesare Pavese
Letto assaporandolo lentamente in un paio d'ore
Trama: Siamo negli anni della grande depressione e questa è la storia tragica di due braccianti che trovano lavoro in un ranch della California, il grande Lennie, gigante buono e irresponsabile, e il saggio George, guida e sostegno dell'amico.
Commento: da poco avevo letto l'edizione originale, subito dopo aver visto il film con John Malkovich e Gary Sinise, ma una cara amica mi ha regalato la versione italiana, con in copertina l'immagine tratta dalla locandina del film. E quando ho visto che la traduzione era di Cesare Pavese ho pensato che potevo/dovevo rileggerlo, tanto più che si tratta di un libricino piccolissimo, poco più di cento pagine. La traduzione di Pavese è molto bella, il suo unico difetto è la perdita delle sonorità dello splendido dialogo originale, ma essendo termini gergali era impossibile per chiunque rendergli completamente giustizia. La storia è intensa e drammatica. George e Lennie sono legati dal sottile filo di un'amicizia nata molto tempo prima nel paese natale di entrambi. Lennie è un bambinone grande e grosso ma incapace di badare a se stesso. George si lamenta, si arrabbia, ma fa sempre del suo meglio per tenere fuori dai guai l'amico. Perchè, come lui stesso gli racconta sempre, loro sono diversi dagli altri braccianti che vagano per il paese lavorando qua e la. Ognuno di loro ha l'altro e hanno un sogno. Quello di riuscire un giorno a comprare un piccolo pezzo di terra, con una casetta, una mucca, i polli, e soprattutto i conigli che Lennie sogna di accudire. Nel nuovo ranch in cui arrivano c'è aria di guai. Il figlio del padrone, un attaccabrighe sempre pronto a prendere tutti a pugni, e la giovane moglie, provocante e annoiata. George e Lennie passano dall'illusione di poter realizzare davvero il sogno grazie al vecchio Candy alla disperazione quando le cose precipitano e Lennie si caccia in un guaio troppo grosso per riuscire ad uscirne indenne. E George si trova costretto a salvarlo dalle conseguenze nell'unico tragico modo possibile. Lennie è quello che muore ma è George a perdere tutto. D'ora in poi non avrà più sogni, illusioni, non avrà più un amico che lo farà sentire diverso dagli altri. Diventerà come loro, sperpererà tutta la paga ogni mese e continuerà a vagare per le campagne da un ranch all'altro, senza mai avere nulla di suo. Che altro dire di questo libro se non quello che la stessa storia racconta? La vicenda è ricca di riferimenti allo sfruttamento, all'ingiustizia e alle lotte sociali, tutte cose approfondite negli altri libri di Steinbeck. Ma qui è il sogno infranto di George e Lennie a colpire ed emozionare.
Conclusione: un gioiello da non perdere.