domenica 16 marzo 2008

Il sogno infranto



Libro: Uomini e topi

Titolo originale: Of Mice And Men, 1937

Autore: John Steinbeck

Edizione: Tascabili Bompiani, 2005

Traduzione di Cesare Pavese

Letto assaporandolo lentamente in un paio d'ore

Trama: Siamo negli anni della grande depressione e questa è la storia tragica di due braccianti che trovano lavoro in un ranch della California, il grande Lennie, gigante buono e irresponsabile, e il saggio George, guida e sostegno dell'amico.

Commento: da poco avevo letto l'edizione originale, subito dopo aver visto il film con John Malkovich e Gary Sinise, ma una cara amica mi ha regalato la versione italiana, con in copertina l'immagine tratta dalla locandina del film. E quando ho visto che la traduzione era di Cesare Pavese ho pensato che potevo/dovevo rileggerlo, tanto più che si tratta di un libricino piccolissimo, poco più di cento pagine. La traduzione di Pavese è molto bella, il suo unico difetto è la perdita delle sonorità dello splendido dialogo originale, ma essendo termini gergali era impossibile per chiunque rendergli completamente giustizia. La storia è intensa e drammatica. George e Lennie sono legati dal sottile filo di un'amicizia nata molto tempo prima nel paese natale di entrambi. Lennie è un bambinone grande e grosso ma incapace di badare a se stesso. George si lamenta, si arrabbia, ma fa sempre del suo meglio per tenere fuori dai guai l'amico. Perchè, come lui stesso gli racconta sempre, loro sono diversi dagli altri braccianti che vagano per il paese lavorando qua e la. Ognuno di loro ha l'altro e hanno un sogno. Quello di riuscire un giorno a comprare un piccolo pezzo di terra, con una casetta, una mucca, i polli, e soprattutto i conigli che Lennie sogna di accudire. Nel nuovo ranch in cui arrivano c'è aria di guai. Il figlio del padrone, un attaccabrighe sempre pronto a prendere tutti a pugni, e la giovane moglie, provocante e annoiata. George e Lennie passano dall'illusione di poter realizzare davvero il sogno grazie al vecchio Candy alla disperazione quando le cose precipitano e Lennie si caccia in un guaio troppo grosso per riuscire ad uscirne indenne. E George si trova costretto a salvarlo dalle conseguenze nell'unico tragico modo possibile. Lennie è quello che muore ma è George a perdere tutto. D'ora in poi non avrà più sogni, illusioni, non avrà più un amico che lo farà sentire diverso dagli altri. Diventerà come loro, sperpererà tutta la paga ogni mese e continuerà a vagare per le campagne da un ranch all'altro, senza mai avere nulla di suo. Che altro dire di questo libro se non quello che la stessa storia racconta? La vicenda è ricca di riferimenti allo sfruttamento, all'ingiustizia e alle lotte sociali, tutte cose approfondite negli altri libri di Steinbeck. Ma qui è il sogno infranto di George e Lennie a colpire ed emozionare.

Conclusione: un gioiello da non perdere.

mercoledì 12 marzo 2008

A spasso per Barcellona con Gaudì


Libro: La chiave Gaudì (2007)

Autori: Estaban Martin & Andreu Carranza

Titolo originale: La clave Gaudì

Edizione: Sperling & Kupfer

Letto in poche ore

Trama: Barcellona. Il nonno di Marìa ha l'halzaimer e ha solo dei vaghi ricordi ma sa che deve rivelare il segreto alla nipote prima che sia troppo tardi. Ed è un segreto che ha dell'incredibile: Juan Givell da bambino ha vissuto con il grande architetto Antoni Gaudì, ha assistito alla sua morte e ha nascosto qualcosa di molto importante e lei, Marìa è l'eletta che dovrà scoprire cos'è e qual'è lo scopo di questo misterioso oggetto seguendo gli indizi che il nonno, prima di perdere la memoria ha preparato per lei. Ad aiutarla c'è Miguel, un matematico e valente spadaccino e i Moria, una confraternita più antica dei templari. Ma gli uomoni mensola sono in agguato e bisogna fare presto...

Commento: Nonno e nipote, monaci guerrieri, indovinelli sparsi nelle opere di un artista famoso e via elencando. Ricorda qualcosa? Sostanzialmente la versione catalana del codice Da Vinci. La prima cosa che mi ha colpita, oltre al fatto ovvio dell'aver copiato a piene mani dal libro di Brown è un'autocitazione. Quasi all'inizio, quanto la protagonista sale su un autobus inseguita da due loschi figuri vi trova un uomo che sta leggendo un libro: La chiave Gaudì. Una scopiazzatura, dicevo, ben riuscita anche se avendo letto l'originale (mio malgrado) non ci sono sorprese. Si sa già chi sarà ucciso, chi tradirà la fiducia, eccetera. Le differenze sono davvero poche. La parte degli indovinelli viene risolta banalmente, in un attimo e risulta essere soltanto un pretesto per visitare una ad una le opere di Gaudì. Lo stesso segreto è deludente quanto quello del codice, anche se in questo caso almeno gli autori hanno evitato di martellarcelo in testa ad ogni pagina. Il libro ha un paio di pregi che al tanto osannato codice mancano: innanzitutto è scritto molto meglio. Ma ci vuole davvero poco ad usare un linguaggio meno banale di Dan Brown. E poi c'è Barcellona, splendida città che percorriamo insieme ai protagonisti visitando uno alla volta le opere più famose e fantasiose di Antoni Gaudì. E sembra di vederle la Pedrera, Palau Guell, Parc Guell, Casa Vicens, casa Battlo, Casa Calvet e naturalmente l'imponente Sagrada Familia. E il fascino di questo libro è tutto qui, nelle meravigliose opere del geniale architetto.

Conclusione: solo per gli amanti di Gaudì, gli altri si annoieranno a morte.

mercoledì 5 marzo 2008

Il colore delle bugie



Libro: White Lies

Autore: Jayne Ann Krentz

Edizione: Jove Books, 2008

Lingua: inglese

Letto in 2 giorni

Trama: Claire Lambert, una sensitiva di livello dieci, si è rassegnata al fatto che potrebbe non trovare mai un compagno. Il suo talento di riconoscere le bugie, anche quelle benevole, glielo rende molto difficile perchè tutti mentono più o meno. Incluso il nuovo consulente d'affari di suo padre, Jake Salter. La sua conversazione è sempre in bilico tra verità e imbroglio. Ma è con il suo aiuto che Claire comincia a scoprire la ragnatela di cospirazione e omicidi che coinvolge la potente famiglia dell'Arizona di cui è entrata a far parte. In mezzo ad un ciclone di segreti, bugie e mezze verità, Claire e Jake dovranno sfruttare tutti i loro poteri per investigare, mentre qualcosa di più di una semplice attrazione si innesca tra loro.

Commento: l'autrice, che le amanti del rosa conoscono con lo pseudonimo di Amanda Quick con il quale firma romance di ambientazione storica, ha una scrittura molto scorrevole e uno stile veloce e brillante. I capitoli sono di lunghezza variabile, alcuni molto corti e il lettore è portato continuamente ad andare avanti, uno ancora, soltanto il prossimo e così via. Il giallo è ben costruito e la storia d'amore non eccede dal suo spazio (e dopo aver letto da poco l'ultimo tradotto di Suzanne Brockmann è fondamentale). Inizialmente ero un po' turbata dal fatto che si parlasse di sensitivi e non come casi isolati ma addirittura come dinastie catalogate e misurate. Di solito il paranormale mi piace in contesti diversi dal romanzo giallo. E stavo cominciando a chiedermi se non farei meglio a leggere meglio le trame prima di comprare. Ma così facendo mi perderei il gusto della scoperta, perchè se si compra sempre solo quello che si è sicuri di conoscere non si saprà mai cos'altro potrebbe piacerci. E questo libro mi è piaciuto, perchè scorre bene, perchè è ricco di ironia, perchè i personaggi sono ben tratteggiati anche se piuttosto insoliti. I protagonisti, nemmeno a dirlo, sensitivi al livello massimo in campi completamente diversi, sono piacevoli, non troppo belli ma dannatamente sicuri di se. Perfetti per far immedesimare in loro i lettori. E poi il potere di Claire è affascinante. Il poter riconoscere le bugie, quanti di noi vorremmo poter essere come lei un “lie detector”? Speriamo solo che traducano (e non taglino) questo libro per le lettrici che non possono godere delle versioni originali.

Conclusione: per gli amanti dei gialli al femminile ben costruiti, del paranormale e dei personaggi sempre sicuri di se.

domenica 2 marzo 2008

C'erano una volta i vampiri



Libri: “After Midnight” (2005) e “The Vampire Who Loved Me” (2006)

Autore: Teresa Medeiros

Edizione: Avon Istorical/Paranormal Romance

Lingua: inglese

Letti in 3 giorni

Trame

“After Midnight”: Caroline, la maggiore delle sorelle Cabot, è preoccupata per la sorella Vivienne che sembra trascorrere molto tempo con Adrian Kane, l'enigmatico Visconte Trevelyan creduto da tutti un vampiro. Il gentiluomo abita in un oscuro castello e non si fa mai vedere alla luce del giorno eppure Caroline è inesorabilmente attratta da lui sin dal primo incontro. Decide così di scoprire il suo segreto. E' un uomo oppure un mostro? Un eroe oppure un cattivo? E il cuore di Caroline la porterà al disastro o all'amore?

“The Vampire Who Loved Me”: Portia Cabot a diciassette anni ha salvato la vita a Julian Kane che l'ha marchiata per sempre, prima di andarsene in cerca della propria anima. Adesso Julian è tornato e i suoi baci proibiti possono ancora farle desiderare il suo tocco. Ma il Julian che è tornato non è il vampiro che Portia ricorda e diversi omicidi accaduti recentemente la portano a temere che l'uomo che ha sempre adorato potrebbe essere diventato un mostro. Julian sa di dover allontanare da se Portia ma la sua passione per lei diventa sempre più irresistibile. Per anni ha combattuto la tentazione di arrendersi ai suoi oscuri doni senza mai rendersi conto che l'amore di Portia potrebbe donargli il più pericoloso di tutti: una ragione per vivere.

Commento: questi due libri sono usciti anche in italiano, il secondo proprio in questi giorni. Ma leggere Teresa Medeiros sacrificata ai tagli della collana di romanzi rosa da edicola della Mondadori è un modo per rovinarsi la lettura. Perchè i libri di questa autrice hanno tutti qualcosa di molto particolare che li distingue dagli altri: un'atmosfera fiabesca che li rende unici e coinvolgenti.
Questi due libri sono dedicati agli amori delle sorelle Cabot, ma forse si dovrebbe dire ai fratelli Kane poiché i conflitti interiori dei protagonisti maschili sono molto più interessanti di quelli, tutto sommato banali, delle ragazze. Ma anche questa è una caratteristica dell'autrice: regalarci eroi indimenticabili, non solo per il loro innegabile fascino ma anche per la profondità dei loro caratteri e per i tormenti che hanno vissuto. Non si può non innamorarsi di Adrian che protegge in ogni modo possibile il fratello minore, o di Julian che si aggrappa alla bottiglia e al gioco d'azzardo per non pensare alla sua maledizione e alla giovane dagli occhi luminosi che già una volta lo ha salvato e che lui ama disperatamente. Entrambi i libri sono molto belli ma l'atmosfera cambia notevolmente da uno all'altro. Il primo è ricco di mistero ma è brillante e leggero a parte nelle ultime scene che fanno da preludio a quella che sarà la seconda storia, più cupa e violenta. Ma nulla di veramente spaventoso, anche se i cattivi in questo caso sono davvero ben tratteggiati e un po' di paura potrebbero anche farla.

Conclusione: per chi ama le favole a lieto fine, gli eroi tormentati, e le storie di vampiri.